Perequazione Pensioni – Colpo di scena nella vertenza perequativa – Sollevata nuova questione di legittimità costituzionale
La Corte dei Conti della Valle d’Aosta, esaminando un ricorso promosso dallo Studio per conto di Soci ANFI, sospende il giudizio e condivide la questione già rimessa dalla Corte dell’Emilia-Romagna alla Consulta. Si attende adesso nuovamente il verdetto della Consulta sulla perequazione delle pensioni.
Un nuovo spiraglio per i pensionati
Con ordinanza n. 4/2025, depositata il 4 giugno 2025, la Corte dei Conti della Valle d’Aosta ha sospeso il giudizio relativo a un ricorso promosso dal nostro Studio per conto di un gruppo di Soci dell’A.N.F.I. – Associazione Nazionale Finanzieri d’Italia della Valle d’Aosta, accogliendo integralmente le eccezioni da noi sollevate e condividendo la questione di legittimità costituzionale già rimessa alla Consulta dalla Sezione giurisdizionale per l’Emilia-Romagna.
La questione riguarda la legittimità dell’art. 1, comma 309, della legge n. 197/2022, che ha ridotto – per l’ennesima volta – la rivalutazione delle pensioni superiori a quattro volte il trattamento minimo INPS per il biennio 2023–2024.
La Corte valdostana, con ordinanza n. 4/2025 depositata il 4 giugno scorso, nell’affrontare la posizione di ricorrenti ANFI, ha riconosciuto che le nostre doglianze coincidono pienamente con quelle già sottoposte alla Corte Costituzionale dalla Sezione Emilia-Romagna con ordinanza n. 76/2025, ritenendo pertanto di dover attendere l’esito della nuova questione di legittimità costituzionale.
La lunga battaglia per il riconoscimento della piena rivalutazione delle pensioni subisce una svolta inattesa proprio quando le speranze sembravano ormai venir meno.
Il cuore della questione è sempre lo stesso: l’art. 1, comma 309, della Legge 197/2022, che ha limitato la perequazione delle pensioni superiori a quattro volte il trattamento minimo INPS per il biennio 2023–2024.
Ma questa volta, il profilo di illegittimità messo a fuoco è del tutto nuovo.
Una linea difensiva coraggiosa
La Corte della Valle d’Aosta ha infatti riconosciuto la rilevanza delle eccezioni difensive contenute nel nostro ricorso, con le quali – per la prima volta – è stata invocata la violazione dell’art. 53 della Costituzione, che impone una tassazione equa, coerente con la reale capacità contributiva del cittadino.
L’ordinanza valorizza la violazione del principio di capacità contributiva, sancito dall’art. 53 della Costituzione, un profilo finora mai esaminato dalla Corte Costituzionale nelle precedenti pronunce sulla materia.
È un passaggio cruciale, perché conferma la validità della nostra impostazione difensiva, che ha puntato su aspetti giuridici originali, senza arrendersi alla chiusura tracciata dalla sentenza n. 19/2025.
La nostra strategia unitaria a livello nazionale
Il nostro Studio ha promosso un ricorso per ciascuna Regione italiana, mantenendo una strategia uniforme. La decisione della Corte della Valle d’Aosta, in linea con quella emiliana, costituisce una svolta che rafforza le possibilità di successo generale del contenzioso.
La nostra strategia – orientata a portare all’attenzione del giudice profili autonomi, mai esaminati prima – ha dunque trovato un primo e autorevole riconoscimento.
Un segnale chiaro e forte: la questione perequativa è tutt’altro che chiusa.
Cosa succede adesso?
Non occorre intraprendere alcuna nuova iniziativa individuale. Tutti coloro che hanno aderito ai ricorsi collettivi promossi dal nostro Studio, o all’azione presso la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo (CEDU), sono già pienamente tutelati.
A questo punto, si attende solo la fissazione dell’udienza pubblica davanti alla Corte Costituzionale. Se la Consulta dichiarerà l’illegittimità della norma, il riconoscimento del beneficio economico sarà automatico per tutti gli interessati.
Raccomandiamo di non presentare nuove istanze
La strategia collettiva è già in campo e consolidata.
Come sempre, sarà nostra cura informare tempestivamente tutti i ricorrenti e le Sezioni ANFI non appena vi saranno sviluppi ufficiali.
📄 Scarica l’ordinanza n. 4/2025 della Corte dei Conti della Valle d’Aosta in formato PDF.